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Ötzi, al Museo Archeologico
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Specifiche sull'itinerario
50 minuti
Nessuna
auto / bus
35,4 Km
La mummia fu ritrovata dai coniugi tedeschi Erika e Helmut Simon di Norimberga durante un'escursione, compiuta tra il 19 settembre e il 22 settembre 1991[13] presso il confine italo-austriaco, sullo Hauslabjoch. L'attribuzione del nome Uomo del Similaun o anche Uomo del Hauslabjoch, deriva dal toponimo registrato più vicino al luogo di ritrovamento, appunto il Similaun. Inizialmente si pensò che si potesse trattare di un alpinista scomparso in età recente, tanto che venne attivata la gendarmeria austriaca. Durante il recupero, avviato senza particolari accorgimenti conservativi, furono danneggiate parti del corpo (tessuti esterni, femore sinistro in modo serio e genitali) e dell'equipaggiamento dell'uomo.[14] Il corpo fu inizialmente portato in Austria (Innsbruck) dove fu esaminato da esperti e attribuito a un antico abitante di queste zone, soprannominato in seguito da un giornalista Ötzi - o, con altra grafia, Oetzi - vezzeggiativo derivato dal luogo del ritrovamento (Ötztal nel Tirolo del Nord). In seguito alla determinazione che il luogo di ritrovamento si trovava di pochi metri in territorio italiano, in base a un accordo con la Provincia autonoma di Bolzano e il governo austriaco, la mummia è stata trasferita in Italia. La mummia del Similaun è conservata a Bolzano, al Museo Archeologico dell'Alto Adige, in un'apposita struttura che mantiene le condizioni di conservazione pur permettendone l'osservazione. Il corpo viene conservato in una stanza con circa il 99,6% di umidità e -6 °C. Ogni due mesi un medico specializzato spruzza sulla mummia dell'acqua distillata, che congelandosi forma una patina protettiva e restituisce lo 0,4~0,5% di umidità mancante. La mummia è visibile solamente tramite una finestra di circa 30 × 40 cm.